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Si tratta infatti di un documento programmatico, sia strategico sia analitico, di importanza fondamentale e dalle differenti finalità.
Per questo imparare a costruirne uno vincente rappresenta una priorità.
Business plan, un punto di riferimento utile per tutti
Il business plan serve per il lancio di qualsiasi attività, soprattutto se si ha a che fare con l’innovazione. In quest’ultimo caso è essenziale avere un documento che indica ciò che fai, i tuoi obiettivi e cosa pensi di fare per raggiungere la sostenibilità economica (e il successo).
È una rappresentazione narrativa e numerica dell’impresa e dei suoi piani per il futuro: per questo deve rispecchiare i suoi principali obiettivi.
Prima di tutto dovrà essere una guida strategica per l’azienda stessa, con l’elenco dei passi pianificati e degli obiettivi da raggiungere a breve e medio termine. Tuttavia, allo stesso tempo, è necessario che metta in luce punti di forza e debolezza del progetto per individuare strategie alternative praticabili.
Dovrai considerare questo documento un prezioso punto di riferimento per la tua startup per misurare l’andamento rispetto alle aspettative e valutare le decisioni da prendere. Anche quando ti presenti agli investitori, il business plan si trasforma in un mezzo per conquistare la fiducia anche di chi ancora non ti conosce, per andare oltre ai FFF (Family, Friends, Fools) e raccogliere nuovi fondi per la crescita.
Struttura e caratteristiche principali di un business plan
In business plan ci sono degli elementi e una struttura da rispettare.
I contenuti devono coprire tre aree: descrizione del business e dell’azienda, mercato di interesse e aspetti finanziari. La struttura del documento, agile e di immediata lettura, deve essere dettagliata e chiara, seguendo una traccia di contenuti come questa:
Si tratta degli stessi contenuti del pitch deck, altro strumento fondamentale per uno startupper che vuole presentarsi a degli investitori, ma il livello di approfondimento è chiaramente differente: nel caso del business plan, devono essere riportati anche numeri e metriche che corrispondono a dati reali.
Cercando di rispettare tutti questi criteri, lo startupper deve tentare di rendere il proprio business plan efficace e interessante, ma allo stesso tempo anche di chiara e veloce lettura. Vanno quindi evitati tutti i virtuosismi letterari, sposando un approccio pragmatico e legato ai numeri, non esagerando mai con la lunghezza, privilegiando uno stile schematico e, cosa essenziale, perfezionando ogni volta il documento in base all’audience.
Come costruire un business plan vincente
Ecco alcune utili indicazioni adatte a chi è alle prime armi:
Assumptions di base: devono essere reali, riportare fatti concreti e verificabili, feedback ricevuti oppure una ampia gamma di ipotesi, modificabili a seconda dei contesti, per coprire le principali casistiche e mostrare che sono state fatte le opportune valutazioni con profondità e serietà.
Solidità del business case: fai riferimento ad un caso attuale mantenendo il focus sui primi 2 o 3 anni per rimanere credibile, introducendo il maggior numero possibile di elementi di scenario anche da fonti esterne e affidabili. Il successo dipende dalla bravura nel trovare l’equilibrio tra l’inserire piani realistici e realizzabili, ma al tempo stesso attraenti per i potenziali finanziatori.
Puntare sull’Executive Summary: è il punto di accesso alla presentazione vera e propria dell’azienda, quello su cui ci si crea una prima impressione. È essenziale che contenga tutti gli elementi principali del progetto espressi in modo chiaro e completo, ma anche sintetico. Meglio evitare slogan e focalizzarsi su numeri e trend, crescita e obiettivi.
Considerarlo un work in progress: nell’imparare come costruire un business plan è necessario avere chiaro in mente che non si tratta di un documento statico. Va aggiornato spesso sia per adattarlo all’interlocutore sia per renderlo più adatto alla fase di vita in cui la startup si trova.
Confrontati con un esperto: nel caso del business plan non ci si può affidare a chiunque. Ciò che serve è un riferimento che abbia una conoscenza approfondita sia della tecnologia al cuore della startup sia del mercato in cui la si vuole proporre. È proprio il mentor o l’esperto che potrà aiutarti ad identificare una migliore applicazione meno scontata, ma più promettente.
Hai mai costruito un business plan per la tua azienda?
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