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Il crowdfunding è uno strumento a portata di tutti: proprio per questo motivo è sempre più utilizzato per finanziare le startup.
Secondo i dati del quarto Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, a fine giugno 2019 questa modalità di raccolta fondi online, che prevede finanziamenti in cambio di azioni, ha superato la soglia degli 82 milioni di euro raccolti (un anno fa corrispondevano a circa 36 milioni di euro). Questa diventa una strada sempre più frequentata da chi vuole scommettere su progetti innovativi proposti da startup e pmi.
Ma come funziona l’equity crowdfunding?
Con questo termine si intende il modello di raccolta fondi regolamentato dalla Consob: in cambio del finanziamento versato è prevista la partecipazione del finanziatore al capitale sociale dell’impresa, diventandone così socio a tutti gli effetti.
Si tratta di una modalità innovativa che permette a chiunque di avere accesso a un’opportunità in maniera facile e veloce e, soprattutto, con ticket di ingresso molto ridotti.
Perché funziona?
Scegliere questa modalità di raccolta fondi innanzitutto non carica di rischi il donatore e di responsabilità lo startupper: essendo libera e partecipativa, l’offerta può avere anche tagli singoli di piccola entità, e l’owner del progetto ha il solo obbligo di terminarlo come promesso e descritto, senza le aspettative di guadagno tipiche degli investimenti più classici.
La quantità è più facile da reperire della qualità: un conto è chiedere a tutti i tuoi amici su Facebook di donarti 10 euro ciascuno, un altro è cercare di entrare in contatto con investitori, fare la fila con altri aspiranti startupper come te, chiedere qualche decina di migliaia di euro e sperare di averli. Il potere virale del passaparola digitale è alla base del crowd funding, ed un progetto ben presentato ed affascinante ha ottime possibilità di raggiungere la cifra sperata.
Equity crowdfunding, i consigli migliori per le startup
In Italia l’attività di equity crowdfunding può essere gestita solamente da portali autorizzati da Consob. Il primo step per avvicinarsi a questa modalità di finanziamento, dunque, è scegliere una piattaforma autorizzata, per avere una forma maggiore tutela.
La scelta dipende anche dal tipo di piattaforma: esistono alcune più verticali e settoriali, come quelle che si occupano di real estate, e quelle più orizzontali, come BacktoWork, che si rivolgono ad aziende di settori diversi e anche a stadi di sviluppo diversi. L’investitore deve tenere conto, inoltre, della piattaforma che ha un’offerta, in termini di investimento, in linea con le sue aspettative. Infine ci sono i servizi che la piattaforma offre in termini di user experience, customere care, trasparenza delle informazioni.
Un altro consiglio importante per le startup riguarda l’impegno che richiede per fare una raccolta di capitali tramite crowdfunding, allocando le risorse necessarie e ascoltando anche i consigli che la piattaforma può dare all’imprenditore.
E tu, hai mai creato una campagna di Crowdfunding? Raccontaci la tua esperienza nei commenti
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