Gli esempi di successo da parte di aziende che lavorano totalmente da remoto sono numerosi: dai colossi del web alle piccole aziende del digitale che vogliono crescere, magari ubicate in zone periferiche o meno appetibili per i candidati.
Lavorare da remoto però non è facile: sicuramente non è una modalità di lavoro che lascia spazio all’improvvisazione o al caso.
I problemi principali sono quelli comunicativi, primo tra tutti l'impossibilità di vedersi di persona: per questo è necessario utilizzare strumenti appositi come Slack, che permettano di alternare conversazioni private e di gruppo, argomenti ludici e lavorativi. Servono anche video-conferenze, fiducia e trasparenza totale di documenti e comunicazioni.
Le aziende che contemplano lo Smart Working offrono una serie di incentivi: dall'organizzazione di meeting annuali per tutti i dipendenti, alla totale libertà decisionale in fatto di ferie; dalla quota di stipendio per lo sviluppo di progetti personali, passando per libri, computer e coworking pagati.
Questo perché i vantaggi per l’azienda sono molteplici: i dipendenti sono meno distratti, meno stressati, più produttivi e fedeli all’azienda (il tasso di turnover è più basso del 25% rispetto a quelle tradizionali). In più il lavoratore che svolge la sua prestazione in modalità agile consente all’impresa di ridurre i costi di affitti, utenze e attrezzature, in quanto lo spazio necessario per l’organico si riduce in proporzione all’intensità e frequenza con cui la prestazione lavorativa si svolge in modalità agile.
Perché funzioni davvero, lo Smart Working deve essere accompagnato da una nuova cultura organizzativa dell’impresa, sia nei confronti della leadership – pronta alla delega e al lavoro per obiettivi – che verso i collaboratori, ai quali si richiede una maggiore dose di proattività e di competenze organizzative.
E tu, sei favorevole al lavoro da remoto?