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Si tratta delle soft skills, capacità e caratteristiche personali che vanno oltre il lavoro in sé: in qualsiasi contesto lavorativo esse influenzano il modo in cui facciamo fronte di volta in volta alle richieste e alle problematiche esistenti.
Un buon datore di lavoro può riconoscerle non tanto nell’effettiva praticità della mansione da svolgere, quanto più nell’atteggiamento con cui essa viene portata a termine.
Ma quali sono le abilità ‘aggiuntive’ che un dipendente dovrebbe assolutamente avere?
Le principali sono agilità, autonomia, affidabilità, responsabilità, trasparenza, resilienza, cambiamento, gestione dello stress e motivazione: essere in possesso di una o più fra le 9 skills elencate ci renderà professionisti capaci di prendere decisioni determinanti e di restituire l’immagine di una persona aperta verso gli altri, con la quale si lavora in maniera positiva.
La capacità di lavorare in team, una corretta comunicazione, il principio di curiosità e il pensiero agile, la gestione delle emozioni e dello stress, la dinamicità, il saper delegare e gestire i conflitti, la competizione sana: sono tutti plus che l’impiegato del futuro deve avere. Si tratta molto spesso di caratteristiche innate, ma un ottimo datore sarà capace di estrapolarle nel miglior modo possibile.
Un concetto valido ed applicabile anche alle aziende
Per le aziende vale lo stesso discorso ma con un obiettivo diverso, ossia direzionale: rendere l’ambiente di lavoro organizzato e favorevole, condurre una leadership adeguata, essere capaci di gestire incertezze e dare la giusta attenzione al valore di clienti e salariati. Ma anche compensare eventuali surplus aziendali con aumenti, bonus, opzioni sulle modalità di lavoro, lodare i dipendenti virtuosi, permettere scatti di livello, elogiare un operato notevole.
Non solo, le società più sensibili agli aspetti ‘soft’ del lavoro adottano modalità premiali anche nell’interesse al benessere familiare dell’impiegato, sponsorizzandogli eventi sportivi e sostenendolo economicamente per attività di gruppo.
Le soft skills sono in sostanza responsabili, da una parte e dall’altra, della qualità del lavoro. Influendo così sul valore del risultato finale.
Esempio di soft skill
Un'arma in più e particolarmente importante è la creatività: possederla è indice di riuscire a descrivere i problemi e le soluzioni con parole ricercate in termini di immaginazione, di fornire agli altri approcci innovativi e strategie adeguate per risolvere problemi attuali o che si presenteranno, di migliorare le idee esistenti e rendere più chiari i problemi con esempi che si rifanno a scenari probabili, incorniciando le informazioni in modo nuovo.
Essere creativi significa saper lavorare sia in team che da soli in modo ingegnoso progettando soluzioni e tool.
Le soft skills principali si impongono ancor di più in questo periodo delicato, di diffuso e capillare lavoro a distanza, con team che si interfacciano unicamente in smartworking. E allora non possiamo permetterci di non prenderle sul serio e non lavorare per implementarle. Non è sufficiente infatti vantare ottime hard skill, senza le soft skill: quel che occorre è un netto bilanciamento tra le due parti.
Quali sono le tue soft skill principali?
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