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È infatti provato che, in media, l’1% delle startup più dinamiche sia responsabile della creazione del 40% dei nuovi posti di lavoro generati in un anno: un fattore che dovrebbe spingere i governi a far nascere nuove startup piuttosto che focalizzarsi sui business tradizionali.
Secondo la ricerca della Kauffman Foundation, “The Importance of Young Firms for Economic Growth”, del settembre 2014 e aggiornata a settembre 2015 risulta evidente che nel periodo 1988 - 2012 le nuove aziende, intese come quelle con meno di 5 anni di vita, hanno creato 2 milioni di posti di lavoro, mentre le PMI e le grandi aziende nello stesso periodo hanno avviato politiche di riduzione del personale.
Le aziende infatti cercano sempre di ottimizzare i processi interni dopo un periodo di espansione, focalizzandosi sull’efficientamento della struttura e, tal volta, operando una riduzione dei costi legati al personale.
Facilitare la nascita delle nuove imprese deve essere il mantra di una nazione: in particolare, dovrebbero essere prioritarie, nell’agenda del legislatore, tutte le politiche volte ad aiutare la nascita di un’impresa innovativa e a favorire la flessibilità del lavoro.
Analizzando i dati del terzo trimestre 2019 che il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato con la collaborazione Unioncamere e InfoCamere, le startup iscritte al Registro delle Imprese sono 10630, in aumento dell’1,8% rispetto al dato di giugno. E il valore della produzione ha sfiorato gli 1,2 miliardi di euro.
Al 30 settembre 2019 sono 2.576 le startup innovative avviate grazie a una modalità di costituzione digitale e gratuita, una crescita di 169 unità rispetto al dato registrato alla passata rilevazione (fine giugno 2019).
È quanto emerge dalla 13ª edizione del Rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato in data odierna dal MISE, in collaborazione con InfoCamere e Unioncamere. Grazie a questa misura, operativa a partire dal luglio del 2016, gli imprenditori innovativi italiani possono costituire la propria startup secondo una modalità interamente digitalizzata, con il supporto tecnico della propria Camera di Commercio (CCIAA) o in totale autonomia. L’esenzione dall’atto notarile consente un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa 2mila euro.
Dando poi uno sguardo a quanto è successo nell’ultimo semestre, i numeri delle registrazioni pervenute sono sempre in aumento e ci sono diversi indizi che suggeriscono come potrebbero essere destinati a continuare nel tempo.
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